Con Il termine "ansia" (dal latino angere = stringere) denota un disturbo presente nell'uomo da tempi immemorabili, e le persone ne lamentano la presenza, a volte in maniera incessante e a volte in modo ingiustificato rispetto alle situazioni che la generano. Tuttavia, è importante sottolineare che l'ansia di per sé non costituisce un fenomeno anormale. Si tratta, piuttosto, di un'emozione di base adattiva per la sopravvivenza, che induce uno stato di attivazione di tutte le risorse dell'individuo, sia fisiche che psichiche. Questa emozione si manifesta quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa, tenendo conto della predisposizione della persona e del carico tensionale accumulato nel corso della vita.
Quando un individuo si trova effettivamente in una situazione di pericolo, il suo organismo si prepara fisiologicamente a fronteggiare la minaccia e garantire la sopravvivenza. Le opzioni a disposizione sono due: l'attacco o la fuga. Di conseguenza, l'organismo attiva una serie di risposte fisiologiche, psicologiche e comportamentali, finalizzate a ottenere la massima energia muscolare e a intraprendere iniziative per sfuggire o affrontare in modo più efficace possibile la situazione.
La qualità e l'intensità di tali risposte dipenderanno dal carico tensionale accumulato dalla persona, il quale influenzerà la sua capacità di affrontare la nuova situazione.
L'ansia normale, o fisiologica, scatena reazioni di allarme comuni in risposta alle nostre esperienze e rappresenta una risorsa cruciale per gli individui. In molte situazioni della vita, svolge un ruolo efficace nel proteggerci dai rischi, mantenere uno stato di allerta e potenziare le nostre prestazioni, come durante un esame. L'ansia è notevolmente influenzata da fattori temperamentali, poiché ciascuno di noi presenta un livello costituzionale di ansia che, in combinazione con altri fattori, può contribuire all'insorgere di disturbi d'ansia.
Come precedentemente indicato, in condizioni normali, l'ansia svolge una funzione adattiva. La letteratura e gli studi sulla "curva dell'ansia" dimostrano che, in situazioni di prestazione critica come esami scolastici, colloqui di lavoro o competizioni sportive, livelli moderati di ansia favoriscono prestazioni più efficaci rispetto a livelli troppo bassi o troppo alti. Ansia eccessivamente bassa non stimola la motivazione, mentre livelli eccessivamente alti aumentano il rischio di ansia da prestazione (ad esempio, durante un esame o all'ansia da prestazione sessuale), compromettendo seriamente le prestazioni dell'individuo.
In tali circostanze, un elevato livello d'ansia diventa un disturbo significativo. Spesso, l'individuo anticipa in modo catastrofico (ansia anticipatoria) l'esito della prova, alimentando pensieri assolutistici come "non posso fallire", "non sono all'altezza" o "devo riuscirci a tutti i costi". Questo atteggiamento, alimentato da un circolo vizioso, contribuisce ad aumentare ulteriormente l'ansia.
In questi casi possono essere comuni alcuni "vuoti di memoria", sintomi neurovegetativi e sensazioni di confusione che compromettono il buon esito del risultato. Si può definire dunque “normale” quell'ansia che viene affrontata con comportamenti costruttivi e protettivi, permettendo di mantenere una capacità di giudicare in maniera matura. La sua funzione è quella di ridurre le situazioni di pericolo per noi
stessi ed è diretta contro uno stimolo realmente esistente, spesso ben conosciuto, rappresentato da situazioni o condizioni difficili e inusuali legate alle tensioni emotive del proprio vissuto.
Se la paura è alla base di tutte le risposte d’ansia, l’ansia è, in un certo senso, molto più “pericolosa” della paura. Per ansia si intende infatti quella apprensione o spiacevole preoccupazione data dall'intimo presagio di un pericolo imminente e di origine in gran parte sconosciuta. Ne deriva che quando si prova è sproporzionata a qualsiasi stimolo noto, alla minaccia o al pericolo che ci sovrasta realmente. Gli stati ansiosi sono sostenuti dalla considerazione che scopi, obiettivi, interessi o investimenti della persona sono gravemente minacciati, ovvero la persona avverte il rischio che questi "beni" possono essere compromessi o perduti. Gli scopi minacciati ritenuti fondamentali per la persona possono essere di diversa natura e naturalmente variano da individuo a individuo, ad esempio possono riguardare aspetti o valutazioni legati alla propria persona (essere una persona amabile, di valore, stimata, ammirata, in salute etc.) o a persone care (futuro dei figli, salute dei propri cari, rapporto affettivo con il proprio partner ecc.). In questo senso, l’ansia può essere considerata quindi come una sorta di allarme che segnala la presenza di una minaccia a “beni” considerati irrinunciabili.
Il problema comincia quando quest’ansia diventa eccessiva, si presenta costantemente, è ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, inizia a compromettere le attività di tutti i giorni, al lavoro, in famiglia, nello sport o con gli amici.
Le cause dell’ansia sono quindi intrapsichiche, cioè intime e talvolta non facili da individuare. L’ansia patologica caratterizza i disturbi d’ansia, determina limitazioni nelle capacità di adattamento dell’individuo e nel suo funzionamento psichico, rendendo incapaci di affrontare anche le situazioni più comuni. In questi casi, l'ansia è caratterizzata da uno stato di incertezza rispetto al futuro, con la prevalenza di sentimenti spiacevoli; a volte è vaga, cioè senza una precisa causa riconoscibile, oppure può riguardare specifici oggetti ed eventi (come nelle fobie); può riferirsi ad eventi imminenti o lontani nel tempo, accompagna spesso i conflitti irrisolti della persona che ne è affetta e ha un’intensità tale da provocare una sofferenza insopportabile, determinando comportamenti di difesa che limitano l’esistenza, come evitare situazioni ritenute potenzialmente pericolose (attacco di panico, agorafobia, claustrofobia, ecc.) o di controllo attraverso la messa in atto di rituali di vario tipo (disturbo ossessivo-compulsivo). Nella sua espressione patologica l’ansia diviene pertanto disadattiva, come nei disturbi d’ansia.
L’ansia si manifesta attraverso sintomi psicologici, fisici e neurovegetativi
Sintomi fisici e neurovegetativi:
- Alterazioni della pressione arteriosa;
- Dolori al torace;
- Difficoltà respiratorie con improvvise sensazioni di soffocamento o di mancanza del respiro, respirazione accelerata (iperpnea) o iperventilazione;
- Disturbi gastrointestinali come stitichezza, diarrea, nausea, vomito, bruciore o dolore gastrico;
- Sudorazione, vampate di calore o di freddo, tremori;
- Bocca secca, sensazione di “nodo in gola”, difficoltà alla deglutizione;
- Giramenti di testa, vertigini, senso si testa leggera o vuota, di svenimento imminente (lipotimia);
- Formicolio a parti del corpo;
- Affaticamento, senso di debolezza e stanchezza (specialmente agli arti inferiori);
- Minzione frequente;
- Tensione muscolare, ecc..
Preoccupazione eccessiva, apprensione, inquietudine, sensazione di paura e di pericolo imminente, irritabilità e impazienza, tensione interna, incapacità di rilassarsi, ipervigilanza, tendenza al catastrofismo, a rimuginare, confusione, difficoltà a concentrarsi e scarsa attenzione, disturbi della memoria, insonnia o risvegli frequenti durante la notte, disturbi dell'alimentazione sia con riduzione che con aumento dell'appetito.
Nei diversi disturbi, essa si presenta con modalità ed intensità differenti. Una forma di ansia invalidante è costituita dall'ansia di separazione e abbandono che si manifesta con un’eccessiva angoscia nel momento in cui il bambino o l'adulto è "costretto" a separarsi, anche per brevi momenti, dalla figura di riferimento. In relazione alla Matrice Emotiva del soggetto, la stessa esperienza potrà più o meno dolorosa e angosciante.
L’ansia patologica si ritrova, oltre che come un disturbo a sé stante, anche in quasi tutti i disturbi psichiatrici: demenze, schizofrenia, depressione, disturbo bipolare, disturbi di personalità, sessuali e dell’adattamento.
Nei disturbi d’ansia si ha una continua formazione di stati ansiosi, che hanno la tendenza a diventare molto intensi e che si prolungano nel tempo.
Molte persone si trovano ad affrontare i loro stati ansiosi in solitudine, senza ottenere dei miglioramenti soddisfacenti, considerandoli parte del proprio carattere.
Provare ansia è qualcosa che molti di noi sperimentano nella vita, ma per vivere in armonia con se stessi e con gli altri l'ansia va scaricata in qualche modo, occorre quindi intervenire per ridurre lo stato di malessere.
In alcuni casi l’ansia inizia a recare disagio nella vita della persona e i mezzi di cui si dispone per fronteggiarla non bastano più. Rinviare l’intervento di un professionista potrebbe provocare un aggravamento dello stato ansioso sino all'attacco di panico.
I professionisti del Centro ACP possono sostenere l’individuo per riacquistare la sua serenità e armonia.
Provare ansia è qualcosa che molti di noi sperimentano nella vita, ma per vivere in armonia con se stessi e con gli altri l'ansia va scaricata in qualche modo, occorre cioè intervenire per ridurre lo stato di malessere.
In alcuni casi l’ansia inizia a recare disagio nella vita della persona e i mezzi di cui si dispone per fronteggiarla non bastano più. Rinviare l’intervento di un professionista potrebbe provocare un aggravamento dello stato ansioso sino all’insorgere di attacchi di panico.
I professionisti del Centro ACP sostengono l’individuo per riacquistare la sua serenità e armonia.
Differenza tra Ansia e Depressione
Normalmente, l'individuo reagisce in modo diverso affrontando un nuovo evento stressante, a seconda della sua predisposizione alla depressione o all'ansia. In breve, si potrebbe affermare che chi è incline all'ansia affronta la minaccia aumentando lo stato ansioso, evidenziato da un aumento delle risposte fisiologiche, psicologiche e comportamentali normali. Questo sembra quasi un tentativo dell'organismo di accumulare energie per fronteggiare una minaccia o un pericolo attraverso l'attacco o la fuga.
Al contrario, nella depressione si osserva comunemente un rallentamento delle funzioni fisiologiche, psicologiche e comportamentali, che riflettono una sorta di resa da parte dell'individuo. Lo stato mentale del depresso può essere contrassegnato da sensi di colpa, indegnità, mancanza di speranza e/o piacere, come se tutto ciò che un tempo era significativo fosse ormai perduto, dando inizio a un processo di rassegnazione.